“Living on my Own”, inserito nell’album “Mr. Bad Guy”, vide la luce in Inghilterra nel 1985. Negli Stati Uniti è stato pubblicato un paio di mesi prima, con il B-side She Blows Hot & Cold.
Credo che, universalmente, sia la canzone solista più nota di Mercury; anche se in Italia, in particolare, non è conosciuta nella versione originale, bensì in quella remixata del 1993.
Il brano nel 1985 passò inosservato in terra italica. Io ho conosciuto prima la versione originale, recuperando un cd di Mr. Bad Guy in uno sperduto negozio di musica della provincia bresciana e ho sempre preferito questa rispetto al remix del 1993, ma sono pareri assolutamente personali. La versione remix per me tradisce un po’ lo spirito originale, anzi, a voler ben sentire, lo stravolge proprio.
L’originale è figlia degli anni ‘80 e di tutto ciò che Freddie voleva esprimere senza la band; quella del ‘93 è fatta per essere un tormentone da discoteca (e lo è stato eccome!).
È una canzone con un testo molto personale e non finirò mai di ribadire che, attraverso le sue canzoni, Freddie si è fatto conoscere benissimo anche senza bisogno di tante interviste (o per lo meno ci ha fatto conoscere quello che voleva di sè stesso).
“Qualche volta mi sento come se stessi per crollare e piangere.
Nessun luogo in cui andare, niente da fare col mio tempo.
Divento solo, così solo vivendo per conto mio”.
È un testo malinconico, un grido di disperazione… eppure il video ha tutta un’altra atmosfera.
Il videoclip fu girato, infatti, durante la festa per il 39esimo compleanno di Freddie, che si tenne all’Henderson’s club di Monaco di Baviera. Dalla fine degli anni ‘70 la città tedesca era la base di lavoro per i Queen e Freddie era spesso di casa.
Le feste di Mercury, come ho già accennato in un altro articolo, erano eccessive e stravaganti e anche questa non fu da meno. Il tema era il bianco ed il nero, obbligatorio anche per gli eccentrici outfit dei 300 invitati.
Come racconta Jim Hutton nel libro, I miei anni con Freddie Mercury: “il locale fu fatto dipingere di bianco e nero e furono posizionate centinaia di rose bianche e nere. Molti dei più cari amici arrivarono da Londra in aereo, tra cui alcuni giornalisti. Alla dogana dovettero passare le bretelle con i finti proiettili della tuta che indossa e questo causò qualche ritardo”.
Freddie indossava la giacca stile militare, disegnata dagli stilisti Emmanuels (celebri per aver creato l’abito da sposa di Lady Diana Spencer), che poi avrebbe utilizzato per sfilare a braccetto dell’attrice Jane Seymour, durante l’evento di beneficenza Fashion Aid che si tenne nel novembre del 1985. Loro due chiudono la sfilata e sono bellissimi!
Tra gli invitati che se la spassano tra balli ed eccessi vari, nel video, si possono riconoscere Brian May, Mary Austin, Jim Hutton, ma anche il cantante Boy George, il giornalista David Wigg e il fotografo Richard Young.
Freddie decise di girare il video durante la festa, ma poi lo trovò troppo imbarazzante, soprattutto per la privacy dei suoi ospiti e per questo motivo fu archiviato per molti anni. Del resto anche Relax dei Frankie Goes to Hollywood, uscito l’anno precedente, non aveva superato la censura e tra l’altro, secondo me, è decisamente più esplicito della festa di Mr. Mercury.
La canzone, assieme ad altri brani solisti di Freddie, fu poi raccolta nei dischi: The Freddie Mercury Album del 1992 e Remixes del 1993, per spopolare nelle discoteche di tutto il mondo.
L’11 Ottobre 2019 è uscito Never Boring, il box set realizzato da Justin Shirley-Smith, Kris Fredriksson e Joshua J. Macrae che contiene tre CD con 32 brani, un Blu-ray e un DVD con videoclip, fra i quali Living on My Own.
Il video in rete viene spacciato come “non censurato”, ma è la stessa versione del 1993, solamente presentata in 4k.