Finalmente ci siamo. Cari fan dei Queen, di tutto il mondo. Questa intervista mette un punto a tutto.
Grazie al canale Queen Fans Italia Worldwide, grazie a te Veronica May per le risate e lo stupore sincero che ho visto ogni volta che ti svelavo nuove ricerche, grazie a te Maurizio Favale, per essere stato il braccio armato della mia mente.
Questa è la seconda intervista che abbiamo realizzato sull’arte collezionata da Freddie Mercury durante la sua vita, con il collezionista italiano, studioso ed esperto d’arte, Silvio Toso, e fa parte di più di 4 ore di materiale video che abbiamo registrato fra l’Ottobre 2022 e il Gennaio 2023, materiale che abbiamo deciso di dividere in 3 grosse interviste divise per argomenti, data la vastità delle ricerche condotte.
È possibile sostituire un artista incredibile, istrionico, carismatico, talentuoso, definito il personaggio più popolare del gruppo e forse il più grande cantante di tutti i tempi? Domanda che ci siamo posti tutti, soprattutto se il personaggio in questione risponde al nome di “Freddie Mercury”.
Dopo un tour mondiale di grande successo nel 2005, Brian e Roger insieme a Paul Rodgers (ex cantante dei Free e Bad Company), ci riprovano. Infatti, nel 2007, dopo l’ennesima uscita discografica a nome Queen con il leggendario concerto a Montreal nel 1981, la band annunciava un altro tour mondiale e una pubblicazione di inediti (dopo ben 13 anni da Made in Heaven). Iniziamo ad avere un assaggio di The Cosmos Rocks il 1 Dicembre 2007 nella giornata mondiale per la lotta all’Aids, con il singolo Say it’s No True (versione Queen + Paul Rodgers), quasi un anno prima della pubblicazione dell’album. Singolo bellissimo, brano epico, una delle mie canzoni preferite di Roger, anzi secondo me, una delle migliori post Mercury.
Traccia che fu già ascoltata in Sudafrica, in un progetto Queen a favore di Nelson Mandela (46664), ma questa versione con Paul è meravigliosa; in seguito, Roger la includerà anche nel suo album da solista e la suonerà nel disco nientemeno, con Jeff Beck. Nonostante tutto, possiamo tranquillamente dire che The Cosmos Rocks fu un album poco pubblicizzato. Non abbiamo mai capito il motivo per cui un gruppo così importante non ha incontrato i favori della Emi, in questo nuovo progetto. Il singolo C-lebrity, che venne lanciato per promuovere l’album ad agosto nelle radio inglesi (già mesi prima presentata live al Murray Show), non fu accolto bene dalla critica e dai fan, per questo scomparve subito dalla circolazione. L’unica cosa positiva derivatane, fu che trainò di nuovo il Greatest Hits dei Queen in classifica. Un’altra curiosità, ai cori c’è un grande fan della band: Taylor Hawkins dei Foo Fighters, purtroppo deceduto nel 2022.
Stessa sorte toccò a We Believe, canzone bellissima, una delle ballate stile Queen che ricorda molto il sound anni ’80 di Las Palabras de Amor. Si vociferava, addirittura, che dovesse fare da sottofondo per l’insediamento di Obama alla Casa Bianca ma, purtroppo, non se ne fece più nulla. L’ennesima scelta deludente della Emi, fu lanciare la canzone nelle radio senza un video promozionale; in Italia la tagliarono (da sei minuti si è passati a tre); da questo si denota come Freddie influisse sulle decisioni: con lui, forse, i tagli non ci sarebbero stati. Una canzone, invece, che non verrà lanciata come singolo, ma che ha davvero avuto un buon riscontro tra i fan è Surf ‘s Up? School ‘s Out! Infatti sarà la canzone che aprirà il The Cosmos Rocks Tour.
La tracklist parte da Cosmos Rockin’ e segue con Time to Shine, Still Burning (con un breve accenno a We Will Rock You), passando per Small, Call Me, Vodoo, Some Thing That Glitter, Trough the Night e chiude con Small Reprise (addirittura!). Canzoni che non lasciano il segno, secondo me tutte trascurabili, tranne Warboys dove i Queen e Paul parlano di un argomento molto toccante sui ragazzi in guerra, in lotta per la sopravvivenza di ogni giorno. “Album dedicato a Freddie Mercury” diceva lo spot in radio: hanno tentato di attrarre in questo modo, ma purtroppo non è andata bene. The Cosmos Rocks ha raggiunto un dignitoso quinto posto in Uk chart; in USA non venne preso in considerazione per ovvi motivi legati agli anni ’80 e arrivò al 47^ posto, mentre in Italia raggiunse un buonissimo sesto posto. Ma le vendite non hanno soddisfatto il trio, andando non oltre le 300 mila copie scarse nel mondo. Che dire, un mezzo flop; comunque, a parer mio, è un disco da ascoltare con tranquillità e senza scomodare il passato.
Quindi compratelo e ascoltatelo in scioltezza, ma nel caso vi venisse in mente di fare paragoni, allora lasciate perdere! Per molte persone, non è da considerare un album dei Queen storici, bensì bisognerebbe ritenere questo disco un nuovo corso. Nel Giugno 2009, dopo l’uscita in dvd di “Live in Ukraine”, cala il sipario su questa band. Paul Rodgers (si saprà più tardi), dopo il flop del disco e contrasti con Roger e Brian, lascia la band stanco anche dei continui confronti con Mercury durante tutte le tappe del Cosmos Rocks Tour. Restarono in buoni rapporti ma, purtroppo, non mancò qualche polemica: Paul venne attaccato perché non riusciva a cantare tutto il catalogo Queen a causa delle tonalità di alcune canzoni (stranamente se ne sono accorti dopo due tour, due dischi live e un disco in studio).
Nel 2005, Brian e Roger dissero che Paul era considerato un “eroe” da Freddie, anche se il frontman storico non ha mai menzionato Rodgers tra gli artisti preferiti; peccato! Chissà come mai non ha partecipato al Freddie Mercury Tribute… Comunque, nel documentario The Show Must Go On del 2019 (uscito subito dopo il fortunatissimo biopic Bohemian Rhapsody), Brian e Roger hanno “quasi sminuito” quel periodo. Addirittura erano pressoché rassegnati a non riesumare i Queen; purtroppo senza Freddie non funzionava. Erano in attesa di un frontman vocalmente dotato che riuscisse a completare la band; fino a quando arrivò il cosiddetto “dono di Dio”: Adam Lambert (come è stato definito da Brian).
Questo video è un’opportunità per rivisitare alcuni dei momenti più iconici della band e scoprire alcuni aspetti della storia che potresti non conoscere.
Con queste parole e con tutta la canzone, capiamo la sofferenza di Freddie in un testo molto toccante e coinvolgente; dove il cantante fa capire che qualsiasi cosa ti capita nella vita, anche se in negativo, devi affrontarlo comunque da solo; da qualche mese, la band sapeva della sua malattia.
Correva l’anno 1999 e arrivò una notizia sensazionale da parte di Roger Taylor: i Queen ritornano in studio per registrare, un titolo forte dove Roger si disse eccitato dalla cosa, lui e Brian sperando in John (fece finta di non ascoltare), erano pronti: ormai il lutto è passato siamo pronti a ripartire, cerchiamo un cantante; chi sarà? Domanda che molti fans si fecero dopo aver sentito Elton John dichiarare : voi Queen siete una Ferrari vi manca solo il pilota!
I Queen sono stati senza dubbio una tra le rock band più importanti e influenti di sempre, una delle band che ha avuto più successo nella storia della musica, si certifica che abbiano venduto oltre 300 milioni di dischi. Un esempio il loro Greatest Hit’s, album più famoso , è risultato l’album più venduto in Inghilterra con oltre 7 milioni di copie, in poche parole 1 famiglia su 4 ha la famosa raccolta dei Queen.
Silvio Toso è stato l’autore della prima mostra italiana, mai realizzata dedicata a Freddie Mercury, a 20 anni dalla morte, The Life Music and Stile of Freddie Mercury, 1991-2011, tenutasi al Visionario di Udine nel 2011, che parlava degli ultimi anni di vita di Freddie Mercury, e di lotta all’Aids, con padrino Peter Freestone, amico personale dell’autore di questa intervista, mostra che ha avuto il patrocinio dell’International Queen Fan Club inglese e di We will rock you il fan club italiano. Tutto il ricavato della mostra, è stato devoluto al Phoenix Trust, e ad associazioni locali che trattano la lotta sul tema.