Mary Austin è stata una figura molto importante nella vita di Freddie Mercury, anzi, lo è ancora.
I due si conobbero quando Freddie non era ancora una star, ma un musicista stravagante di belle speranze. Era il 1969 e Brian May fece da intermediario tra i due: ebbene sì, Mary uscì prima con May. Erano gli anni delle band universitarie, dei concerti nei pub e degli appartamenti in comune: un gran bel periodo per la creatività e per i rapporti interpersonali direi!
Mary era una giovanissima commessa della boutique Biba, un negozio di abbigliamento londinese che attirava la gioventù, ma anche le star affermate come Paul Mc Cartney o i membri dei Rolling Stones. Freddie gestiva con Roger una bancarella di abiti usati nel mercato di Kensington, quindi aveva molte cose in comune con la ragazza. L’incontro tra i due, che si vede nel film Bohemian Rhapsody è dunque verosimile: Freddie e Mary si adocchiano dopo un concerto degli Smile e poi si recano nella boutique per provare dei vestiti.
La giovane coppia va a vivere subito insieme, dapprima in un monolocale e poi in un appartamento in Holland Road. Mary, in una delle poche interviste concesse, forse l’unica, al giornalista David Wigg (molto amico di Mercury) ricorda che era rimasta affascinata da questo ragazzo che aveva una immensa autostima di sé e non assomigliava a nessuno dei suoi amici.
Mary era una ragazza semplice, figlia di genitori sordi (anche questa condizione è spiegata nel film, ma in modo molto ironico) e lei stessa confessò che non aveva troppa autostima di sé, quindi la personalità istrionica di Freddie deve averla affascinata non poco.
Lei vive con Freddie i primi anni della nascita dei Queen e proprio nel 1973 riceve la proposta di matrimonio. Mary raccontò che Freddie le donò una scatola contenente altri contenitori più piccoli che si conclusero con una piccola scatola contenente un anello di giada, che indicava chiaramente la volontà di Freddie di sposarla.
Ma sappiamo che ciò non avvenne mai. Forse perché la carriera di Freddie decollò in modo decisivo, forse perché lui ci ripensò, fatto sta che dopo qualche tempo Mary adocchiò un vestito in una vetrina; chiese a Freddie se non fosse il momento di comprarlo, ma lui glissò sull’argomento…
Le cose tra loro cominciano a non funzionare, Mary lo capisce, ma pensa alla presenza di un’altra donna nella vita di Freddie. Lei stessa disse che non voleva prendere coscienza di alcuni aspetti del suo uomo, ma in realtà aveva capito benissimo..
Freddie le comunicò la sua bisessualità e, proprio come si vede nel film, Mary gli rispose che non era bisessuale, ma gay. Qualsiasi tipo di rapporto, dopo una notizia del genere, ne sarebbe uscito destabilizzato, ma non il loro.
Freddie e Mary non si separarono mai. Lei divenne la sua migliore amica, la sua confidente e la sua segretaria. Non credo sia stato facile per lei accettare serenamente l’omosessualità di Freddie, ma era probabilmente talmente forte il loro legame che nulla li ha allontanati, fino alla morte di lui.
Anime gemelle, io li vedo così, una affinità elettiva che è molto più rara dell’attrazione sessuale.
Freddie ha sempre parlato di Mary come della persona più importante della sua vita. Mary era per lui insostituibile, l’unica di cui si poteva fidare ciecamente. Con buona pace dei suoi tanti amanti.
Mary, come dicevo, gli è sempre stata vicino e soprattutto in silenzio. Neanche dopo la scomparsa del suo grande amore ha mai rilasciato troppe dichiarazioni. Lei è stata la principale destinataria dell’eredità di Mercury (divisa al 50% con i genitori e la sorella), ma soprattutto è diventata la padrona di Garden Lodge, la splendida villa vittoriana di Kensington. Questo ha sicuramente creato tensioni tra lei e gli inquilini della villa, tra i quali Jim Hutton, che sono stati invitati a lasciare la dimora (non senza una buona uscita). Proprio Jim, nel suo libro “I miei anni con Freddie Mercury“, non spese parole benevole nei confronti di Mary, anzi…
Gli stessi fans all’inizio non accettarono che la villa non diventasse un santuario come Graceland per Elvis. Mary infatti ha innalzato i muri attorno alla casa e ha fatto cancellare i numerosi graffiti che i fan provenienti da tutto il mondo, lasciavano in omaggio a Freddie.
Ma del resto a lei sono state affidate le ultime volontà di Freddie: la casa non doveva diventare un museo e le sue ceneri dovevano essere poste in una località segreta per tutti. Freddie amava i suoi fan, ma non voleva essere profanato e chi altri poteva esaudire i suoi ultimi desideri, se non la sua amata Mary?
Lei stessa racconta che le ceneri, riposarono per due anni nella camera da letto dove Freddie era spirato, poi un giorno, senza far trapelare nulla, neanche al personale di servizio, Mary uscì di casa con la scusa di un trattamento al viso e andò a depositare le ceneri in un luogo noto solo a lei e a Freddie.
Anche questo ultimo atto deve essere stato emotivamente molto pesante per lei.
Mary disse che i primi tempi furono duri, le incombenze erano molte e le invidie altrettanto. Anche i membri della band si allontanarono da lei, stando alle sue dichiarazioni.
Eppure nel film, Bohemian Rhapsody, la Austin è quella che ne esce rappresentata nel modo migliore. Lei è quella a cui affidano il compito di andare a riprendere Freddie e trascinarlo via dalla droga e dagli incontri promiscui. Certo la scena sotto la pioggia è, cinematograficamente parlando, pessima, ma il messaggio arriva forte e chiaro: Freddie dava ascolto solo a lei e lei ha messo Freddie sempre al primo posto nella sua vita.
Non deve essere stato facile per lei ricoprire questo ruolo, anche la sua vita personale ne ha risentito: si è sposata due volte, ma entrambi i matrimoni fallirono. Soprattutto il primo, con Piers Cameron, che dovette affrontare tutte la malattia di Freddie e vedere che sua moglie era sempre al capezzale dell’amico, fino al 24 Novembre 1991.
Molti ci vedranno della convenienza, ma io percepisco solo un grande amore e un grande rispetto; del resto lei l’ha conosciuto quando non era ancora nessuno e l’ho amato veramente per quello che era.