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Made in Heaven, 15° ed ultimo album pubblicato dai Queen nel Novembre del 1995 ben 4 anni dopo la scomparsa di Freddie Mercury. Un album nato e concepito, come tutti ben sappiamo, tra il ‘90 ed il ‘91 quando Freddie era ormai prossimo alla scomparsa. Prende il nome dalla traccia omonima Made in Heaven, che Freddie realizzò nel 1985 da solista e che fu reinterpretata dai Queen per l’occasione.



Nonostante la salute precaria di Freddie, quelli furono anni pieni di lavoro ed ogni occasione fu buona per registrare o andare in studio. Mercury sentiva l’avvicinarsi della fine e quindi continuava a ripetere di dargli più materiale possibile “Datemi parole, scrivete cose, io le canterò” e cosi fu fatto. Oltre a Made in Heaven, all’interno dell’album possiamo trovare canzoni di livello assoluto come I Was Born to Love You, Mother Love, You don’t fool me ed A Winter’s Tale: canzoni l’una più bella dell’altra. Ma, partiamo dall’inizio: l’album è stato registrato in maniera diversa rispetto al solito e solo la tenacia di Freddie ha fatto sì che vedesse la luce successivamente; molte canzoni sono a tema melodico, orientate più verso il pop che il rock. Come tutti sappiamo, molte tracce furono registrate dal cantante solo per la parte vocale avvalendosi anche di una Drum Machine molto usata all’epoca o in circostanze particolari. La parte della base musicale fu inserita successivamente dagli altri membri del gruppo; solo così si ebbe modo di completare un lavoro che altrimenti sarebbe rimasto incompleto. I tempi erano troppo lunghi e non idonei con quelli a disposizione di Freddie.

Ma, entriamo nello specifico delle canzoni di quest’album. Come detto precedentemente, ci sono canzoni di altissimo livello. Come non citare Mother Love, che fu registrata nel Maggio del ‘91 ma che non fu mai completata da Freddie; infatti fu Brian May a cantare l’ultima strofa della canzone. Un pezzo che lascia senza fiato, un vero e proprio testamento del cantante. Poi troviamo anche la bellissima I was born to love you, pezzo del 1985 di Freddie, che fu anch’essa reinterpretata dai Queen. E poi degna di nota anche A Winter’s Tale, canzone registrata nel 1991. Freddie prese spunto da Montreux, luogo in cui venne registrata: prese ispirazione, infatti, dal lago di Ginevra arricchito dall’atmosfera autunnale, la quale ben si fondeva con la musica ed un testo pieno di speranza e serenità. Poi troviamo It’s a Beautiful Day, canzone di apertura dell’album (anch’esso brano risalente agli anni ‘80) e poi da citare è, inoltre, la canzone You Don’t Fool Me. Il suo produttore fu David Richards. Canzone decisamente dance, con un assolo di Brian di quasi un minuto. Registrata in alcune sessioni tra Gennaio e Giugno del 1991, fu pubblicata nel 1995, ma il singolo uscì l’anno dopo nel ’96; nel 2011 venne anche remixata ed ottenne un notevole successo pure in Italia. L’album si completa con altre canzoni tra cui Let me Live, My Life has been saved, Yeah ed Untitled. Trattasi di una traccia fantasma che dura ben 22 minuti; completamente instrumental che non viene indicata nel retro nel disco se notate, ma che è presente nella versione CD. Solo nel 2015, con l’uscita del doppio LP, fu inserita interamente la traccia col nome 13 ed in maniera ufficiale. Per concludere, cosa possiamo aggiungere? La copertina del disco è davvero di grande impatto: si vede di spalle e in controluce, la statua di Freddie a Montreux nel suo gesto di scena col braccio alzato.

Con sfondo del lago di Ginevra, verosimilmente all’alba e i restanti componenti del gruppo, anch’essi di spalle a guardare il lago. Probabilmente, vengono posizionati indietro anche in segno di rispetto verso Freddie. Per alcuni è considerato un segno di rispetto, ammirazione e gratitudine. Sicuramente possiamo dire che questo album ha visto la luce solo grazie alla forza di volontà ed alla lungimiranza di Freddie. Debuttò al 1° posto in molti paesi, tra cui anche l’Italia, ma anche Svizzera, Germania e Regno unito (dove restò in prima posizione per ben 25 settimane e fu 4 volte disco di platino). È stato l’album più venduto dei Queen nel Regno Unito; merita davvero tanto, è struggente ma pieno di sentimento. Solo la grande dedizione di Freddie alla musica e al suo lavoro ha potuto dare vita a questo capolavoro, altrimenti non avrebbe mai visto la luce. Proprio per questo bisogna dire grazie ancora una volta al genio assoluto di Mercury, probabilmente a lui sarebbe piaciuto molto.

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